Viaggio a Ginevra nell’ambito del Progetto CERN

Learn from me, if not by my precepts, at least by my example, how dangerous is the acquirement of knowledge, and how much happier that man is who believes his native town to be the world, than he who aspires to become greater than his nature will allow.
(Frankenstein, or The Modern Prometheus, chapter 4) 

Con queste parole la giovane scrittrice inglese Mary Shelley, dalle stanze di Villa Diodati a Ginevra, dà voce al racconto di Victor Frankenstein, scienziato ginevrino alla scoperta dell’origine delle cose e del loro perché, la cui sete di conoscenza, lo porterà a dar vita ad una ‘creatura’ così vicina all’essere umano da trasformarsi in un ‘mostro’ se privato dell’amore del suo ‘creatore’.
Le parole di Victor non hanno lasciato indifferenti noi docenti e i nostri studenti di quarta Liceo Scientifico, poiché la nostra sete di conoscenza è davvero fortissima e, pur amando la nostra città natale, siamo profondamente consapevoli che questa non sia il mondo. Tutt’altro! È proprio da qui che vogliamo partire alla scoperta del mondo che ci attende là fuori!
Ecco che il nostro progetto verso Ginevra ha preso forma e si è trasformato in un viaggio alla scoperta di un modo entusiasmante e coinvolgente di fare scienza e di esplorare i limiti della conoscenza, affiancato alla lettura di alcune pagine del romanzo di Mary Shelley, per capire cosa abbia spinto questa giovane ragazza agli albori del diciannovesimo secolo a scrivere parole così profonde e cariche di desiderio e di vita. In tutto questo non abbiamo perso la dimensione internazionale in cui viviamo e abbiamo inserito nel nostro viaggio un pomeriggio indimenticabile al Palais des Nations, la sede ONU seconda sola al Palazzo di vetro di New York.
Nel viaggio in pullman verso Ginevra abbiamo ascoltato alcuni capitoli del romanzo che descrivono come la natura giochi in esso un ruolo fondamentale: il magnifico e supremo Monte Bianco, l’immenso Lago Lemano, gli oscuri monti della Jura non sono semplici elementi paesaggistici, ma agli occhi della giovane scrittrice, figlia di un’Inghilterra in piena Rivoluzione Industriale, sono viventi elementi di stupore per chi li vive in prima persona e per chi li legge e quindi li conosce grazie alla potenza delle parole.

… and in the majestic and wondrous scenes which surrounded our Swiss home—the sublime shapes of the mountains, the changes of the seasons, tempest and calm, the silence of winter, and the life and turbulence of our Alpine summers—she found ample scope for admiration and delight.
(Frankenstein, or The Modern Prometheus, chapter 2)

Arrivati a Ginevra ci siamo subito immersi in quel mondo così speciale che è il Palais des Nations e, pieni di domande, abbiamo avuto un assaggio di un luogo in cui le nazioni di tutto il mondo provano a dialogare tra loro ‘alla pari’ e, se possibile, spogliate da interessi nazionali.
Il secondo giorno è stato per tutti carico di emozioni e stupore perché abbiamo avuto la fortuna di poterlo trascorrere interamente al CERN, European Organization for Nuclear Research.
La mattinata al Science Gateway, “un portale della scienza”, uno spazio immersivo allestito nell’edificio progettato da Renzo Piano che accompagna i visitatori a conoscere in modo stimolante e interattivo alcune delle grandiose attività di ricerca condotte in questo centro, nato dall’idea della direttrice del CERN Fabiola Gianotti:

“La scienza dà speranza e fiducia in un futuro migliore. Vogliamo che Science Gateway ispiri a tutti coloro che lo visitano, la bellezza e l’utilità della fisica.” Fabiola Gianotti

Abbiamo pranzato alla mensa del CERN accanto a ricercatori di ogni età e provenienza, accomunati dal desiderio di scoprire con sempre maggiore chiarezza i segreti dell’universo. Una comunità enorme, vitale e variegata, parte dei 17 mila scienziati di centodieci nazionalità che lavorano qui, praticamente la metà dei fisici delle particelle di tutto il mondo. Gli occhi dei nostri studenti si sono incrociati con quelli di chi prova per la ricerca una passione così forte da decidere di dedicarle il proprio lavoro con grandissimo impegno e non poco sacrificio.
Nel pomeriggio siamo entrati nel vivo con una visita guidata a tre siti sperimentali che si trovano all’interno dell’area di ricerca: il Data Center, cuore dell’intera infrastruttura scientifica, amministrativa e informatica del CERN, l’acceleratore lineare LINAC 2 e l’acceleratore LEIR.

Abbiamo salutato la città di Ginevra alla volta di Torino il terzo giorno con un tour sul Lago Lemano a bordo di una Mouette genevoise, da cui abbiamo potuto ammirare, sulla dolce collina di Cologny, l'affascinante Villa Diodati, luogo in cui ha preso forma il romanzo di Mary Shelley.
Il fascino e la passione dei ricercatori del CERN e l’opera di una giovane ragazza poco più che ventenne, innamorata della scienza, della fisica e della chimica e carica di domande sul senso della vita hanno accompagnato il nostro viaggio nello spazio e nel tempo, dove donne e uomini di ieri, oggi e certamente anche di domani mostrano di avere tratti comuni inconfondibili da conoscere, amare e rispettare.

Imola, 24/02/24