Martino Gliozzi medico insignito dal Presidente Mattarella si racconta...

Il medico quarantaduenne, ex allievo del Liceo Scientifico Alberghetti di Imola, ha ricevuto un riconoscimento di grande prestigio per aver sviluppato un modello sanitario che è punto di riferimento per l'efficienza e l’attenzione al prossimo, ma anche esempio di accoglienza e integrazione.

Il dottor Martino Gliozzi, ex studente del Liceo Scientifico "Alberghetti" di Imola, è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, onorificenza conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella su proposta dell’Ambasciata d’Italia a Lisbona. L’esperienza professionale e umana di Gliozzi rappresenta "un bellissimo esempio di professionalità, umanità e spirito di servizio, che unisce competenza e impegno sociale, portando alto il nome di Imola nel mondo". Da anni residente in Portogallo, il dottor Gliozzi coordina l'Unidade de Saude Familiar da Baixa, un presidio sanitario strategico situato nel cuore multiculturale della capitale portoghese. L'Unidade è divenuta un punto di riferimento per la medicina di prossimità e si distingue per la sua capacità di coniugare innovazione organizzativa con una profonda attenzione alle persone, in particolare quelle più fragili. 

In qualità di docenti dell’Alberghetti abbiamo contattato Martino per chiedergli cosa ha provato quando ha saputo di essere stato nominato Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia e se si aspettava un riconoscimento così importante. 

“Sinceramente non me l’aspettavo, ho ricevuto la telefonata dell'ambasciatore in un momento difficile della mia vita personale, la notizia mi ha dato forza, mi ha ricordato il senso di quello che avevo fatto negli ultimi anni. Sono orgoglioso dell’esperienza professionale messa in campo e riconosciuta dalla più alta carica dello Stato. Ero arrivato in Portogallo nel 2009, senza conoscere nessuno e mi ha reso particolarmente felice che sia stato riconosciuto il mio lavoro, soprattutto perché svolto in difesa del servizio pubblico per garantire il diritto alla salute sempre più minacciato anche nella nostra Europa del welfare.” 

Gli abbiamo anche chiesto quanto lo ha influenzato il percorso scolastico all'Alberghetti nella scelta della sua carriera e se ha qualche ricordo particolare di quegli anni 

“Diciamo che alcuni professori mi hanno aiutato insegnandomi a pensare e a riflettere, ma soprattutto devono aver avuto una grande pazienza con la mia grafia illeggibile e la mia iperattività.  Mi ricordo che chi usciva dal Liceo Scientifico tecnologico Alberghetti aveva buone possibilità di superare il test di ingresso alla facoltà di medicina e ricordo che il primo anno di liceo è stato duro, il primo semestre con voti negativi, poi poco alla volta mi sono ambientato e tutto mi sembrava più facile. Partecipavo alle lezioni prendendo appunti, non ho mai studiato molto a casa, imparavo soprattutto in classe ascoltando le lezioni dei professori. Volevo sfruttare al massimo le ore a scuola per poter avere più tempo libero nel pomeriggio, per poter giocare a calcio e andare in giro. Mi ricordo bene le gite scolastiche e mi ricordo del mio impegno come rappresentante di Istituto, con la lista "No stress", motto che ho imparato in un viaggio in Brasile. Sono stato rappresentante d'Istituto ed è stata una bella sfida. Ricordo uno sciopero degli studenti per costruire una tettoia per evitare che le castagne cadessero sui motorini nella sede di viale Dante, ma anche di una bella occupazione con film proiettati in aula magna e discussioni sulla riforma Moratti e la guerra in Afganistan”

 Quale consiglio darebbe agli studenti che stanno cercando di capire cosa fare in futuro e cosa lo ha aiutato di più nel suo percorso

“Direi che i percorsi non sono mai definiti, è sempre possibile cambiare la traiettoria della propria vita. Certo talvolta risulta più difficile riuscire a farsi strada, ma anche noi possiamo dire la nostra con "quello che abbiamo".  Mi sono sentito dire che non ero portato per lo studio e che difficilmente avrei finito il liceo e l'università e alla fine eccomi qua. Fino a 18 anni pensavo solo al calcio e a poco altro, mi piacevano chimica, fisica e storia, poi solo dopo il diploma ho deciso di tentare il test di medicina, che ho superato senza problemi. Sono stato aiutato da un’Europa aperta che mi ha permesso di spostarmi all'estero con la mia laurea italiana. La mia famiglia, i compagni di scuola, gli amici mi hanno sempre appoggiato nelle mie scelte. Ho avuto anche un po' di fortuna quando mi hanno proposto la carica di coordinatore del centro sanitario a Lisbona, a 32 anni mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto, poi ci ho messo del mio con i miei ideali, la testardaggine, l’istinto e un po' di irriverenza”

Gliozzi family                         Gliozzi